Dopo la criminalizzazione del dissenso eccoci qua, alla psichiatrizzazione del dissenso.
La disobbedienza civile di una attivista no Snam che sale su una ruspa per bloccarla, viene (con perfido gusto di particolari) descritto dalla stampa come sintomo di disturbo mentale.
Un’attivista che si ribella pacificamente può solo scegliere tra il TSO e la questura.
Fortuna che lo psichiatra ha fatto il suo dovere, dicendo che la sua è stata una reazione alle ingiustizie subite.
La rabbia e la disperazione di un’attivista, di fronte alla devastazione, meritano stima e supporto.
Ci vogliono umiliare, deridere, dividere, psichiatrizzare, stremare.
Restiamo uniti e resistiamo! Forza Marta!
Qui sotto il terribile articolo del Corriere che dà voce solo alla Snam