Dobbiamo all’infaticabile opera di analisi, studio e approfondimento del professor Vincenzo Balzani, l’informazione su un’ ennesima scellerata scelta del cosiddetto Ministero della Transizione Ecologica.
In piena calura ferragostana, apprendiamo che tale ministero (la cui istituzione pareva dovesse essere un superamento in funzione ecologista del Ministero dell’Ambiente, e invece si sta rivelando il funerale di ogni residuo afflato ambientalista nelle istituzioni di alto livello), ha emesso l’autorizzazione a nuove trivellazioni in Romagna, e per la precisione nel territorio Lughese.
Ci chiediamo come sia possibile, dopo il lancio del Next Generation EU, il pur contraddittorio PNRR e il recente, preoccupato documento dell’IPCC sui cambiamenti climatici, che consolida quanto già ampiamente dimostrato in una miriade di studi prodotti in questi anni, andare avanti trivellando ancora di più il nostro fragile territorio per estrarre combustibili fossili.
Dopo la prima pagina, il documento cita ben 20 precedenti disposizione di legge, perfino un Regio decreto del 1927!
Vorremmo ricordare al Ministro Cingolani (perché a questo punto abbiamo seri dubbi sulle sue conoscenze) che la prima cella fotovoltaica è stata inventata nel 1954, che il fotovoltaico converte l’energia solare in energia elettrica con una efficienza superiore al 20% (cento volte maggiore dell’efficienza della fotosintesi naturale) senza produrre gas serra, e che il sole non ci manca. E che il suo compito sarebbe proprio quello di lavorare per favorire al massimo lo sviluppo delle fonti rinnovabili, non quello di rimarcare ad ogni piè sospinto le difficoltà del percorso, minacciando il “bagno di sangue” (parole sue) se tale percorso verrà intrapreso.
La fuoriuscita dalle fonti fossili è indispensabile se si vuole iniziare a rallentare i drammatici processi di alterazione del clima che stanno provocando le catastrofi cui in questa torrida estate stiamo assistendo con particolare evidenza.
Pensiamo che di fronte alla situazione attuale si debba levare un coro assolutamente trasversale di no a queste politiche, che non solo rappresentano un freno alla necessaria trasformazione, ma riportano indietro le lancette dell’orologio, ai tempi in cui la rapina dell’ambiente veniva considerata normale e scontata pratica per avanzare nel progresso. E che stanno rendendo irreversibili i danni inferti agli ecosistemi e alla vita di tutte/i noi.
Chiediamo pertanto a tutto il mondo associativo, alle forze politiche, alle istituzioni locali, e anche alle singole persone di rivendicare con forza il blocco di tali nuove attività di trivellazione.
Una cosa è chiara: il futuro delle nostre figlie, i nostri figli e nipoti non ce lo regalerà nessuno, non certo una classe dirigente evidentemente legata mani e piedi al mondo dell’estrattivismo, che in tutto il pianeta sta producendo disastri.
Pertanto invitiamo tutte/i a partecipare attivamente ai momenti di mobilitazione, che già a partire dal prossimo settembre il nostro coordinamento costruirà, assieme a tutto il movimento ambientalista, a Ravenna e in tutto il Paese.
Coordinamento Ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”
Ravenna 15 agosto 2021-08-15